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Dopo l’approvazione del Senato lo scorso due agosto, è iniziata alla Camera la discussione sul disegno di legge (Ddl S.2603) che prevede sia l’allargamento del registro delle opposizioni a tutti i numeri fuori elenco, compreso il mobile, sia l’introduzione del prefisso unico per le chiamate commerciali. Quest’ultima novità, il numero unico che identifica la telefonata dal call center, non piace ad Assocontact, l’associazione che rappresenta le società che gestiscono servizi di Contact Center.
“La tutela del consumatore va perseguita senza mettere in repentaglio un intero settore che conta 40mila operatori, la maggior parte al sud e formato da giovani al di sotto dei 30 anni. Tutto dopo che Assocontact e le associazioni sindacali (Cgil-Cisl-Uil) hanno siglato un accordo prevedendo nuovi strumenti di welfare”, ha dichiara Paolo Sarzana, presidente Assocontact.
Con il prefisso unico, infatti, si mischieranno sia le chiamate con cui correttamente gli operatori telefonici propongono le offerte commerciali sia le telefonate moleste con un grave danno per il consumatore che vedrà apparire sempre lo stesso numero e non potrà decidere se rispondere o meno. Inevitabilmente avrà interesse a ricevere le telefonate dalle società con cui ha stipulato contratti per le utenze domestiche, per la telefonia mobile e per la tv a pagamento, per fare alcuni esempi.
“La soluzione al problema del cosiddetto telemarketing selvaggio c’è ed è quella prevista dalla Proposta di regolamento E-Privacy presentata dalla Commissione Europea lo scorso 10 gennaio: il numero identificabile e quindi ricontattabile”, ha concluso Sarzana.
Più nel dettaglio il disegno di legge S.2603 “Nuove disposizioni in materia di iscrizione e funzionamento del registro delle opposizioni e istituzione di un prefisso unico nazionale per le chiamate telefoniche a scopo promozionale e di ricerche di mercato”, primo firmatario Jonny Crosio (Ln-Aut) prevede
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