Intervento incomprensibile del governo nel settore dei call center. L’esecutivo ha presentato un emendamento alla Legge di Bilancio che esclude i call center interni alle imprese dall’obbligo di iscrizione al Registro degli operatori di comunicazione (ROC) e di dichiarare a inizio telefonata l'ubicazione geografica dell'operatore, annullando anche la possibilità di richiedere che il servizio venga offerto da un operatore situato all’interno dell’Unione Europea, qualora risponda un dipendente fisicamente collocato extra UE.
Il Governo fa, quindi, marcia indietro rispetto alla manovra approvata lo scorso anno che aveva introdotto misure stringenti per le aziende committenti per contrastare, così, pratiche di concorrenza sleale che affliggono da tempo il settore.
Secondo Assocontact, l’associazione che rappresenta le società che gestiscono servizi di Contact Center, queste disposizioni se approvate rischiano di danneggiare il settore perché le aziende di call center che decidono di mantenere le attività al proprio interno sarebbero incentivate a delocalizzare il proprio servizio al di fuori dell’Unione Europea proprio in vista dei vincoli meno stringenti che porterebbe la norma.
“Siamo molto preoccupati, e non comprendiamo il senso di questa iniziativa che, oltre a non tutelare il lavoro nazionale, prevede una differenziazione di obblighi tra imprese committenti e fornitori di servizi di call center”, dichiara Paolo Sarzana, presidente Assocontact.
Se approvato, l’emendamento rischia di danneggiare il versante dell’outsourcing e di aumentare le pratiche aggressive lesive nei confronti del consumatore.
Ufficio Stampa
Alessio Samele
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